Il Consiglio Federale della Figc ha deciso: il calcio femminile entra nel professionismo. Ma non tutti sono d’accordo.
Nella giornata di martedì 26 aprile, il Consiglio Federale della Figc ha completato le modifiche normative legate al passaggio al professionismo per la Serie A femminile, sin dalla prossima stagione. “Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo del calcio femminile, siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso”. Queste le parole del presidente Gabriele Gravina. Da ciò, le calciatrici saranno equiparate a livello contrattuale ai calciatori sin dal 2022/23. Gravina aveva già annunciato che il professionismo, per il calcio femminile, doveva semplicemente essere ratificato. A febbraio, al Corriere della Sera, Gravina aveva spiegato: “È un movimento in espansione e per noi è centrale. Purtroppo la pandemia ha complicato il percorso e bloccato la corsa al tesseramento”.
Le parole di Carolina Morace
Questo passaggio annunciato al professionismo del calcio femminile, però, è una partenza, e non un traguardo. L’ex ct della Nazionale – nonché unica donna ad aver mai allenato in Italia una squadra professionistica maschile, la Viterbese – Carolina Morace racconta al Corriere: “Arriviamo in ritardo, ma questo può essere un vantaggio: possiamo copiare dalle altre esperienze, prendere ciò che è utile e adattarlo all’Italia, guardare ai campionati professionistici che già funzionano. Penso a quello inglese, ma anche ai 90.000 spettatori al Camp Nou per il Barcellona in Champions League“.
Ora, però, è il turno del Governo: “In Inghilterra sono previsti gli interventi dell’esecutivo soprattutto in maniera di Salute. Perché l’obesità tra le donne sta crescendo anche in Italia, ma investendo sullo sport di base si riesce a risparmiare anche sulle spese sanitarie. Sinergia, sostenibilità e calcio e sport professionistici devono essere la partenza. Se si lavora bene, si possono fare tante cose. A partire dall’allargamento della platea di giocatrici, di sportive”.
Il voto di oggi
Durante la votazione tenutasi oggi pomeriggio, comunque, c’è stato un giallo: la Lega Serie A ha votato contro – era rappresentata dal presidente Casini e dai dirigenti di Lazio e Inter Lotito e Marotta, i quali sono consiglieri federali – nonostante avessero annunciato che avrebbero votato in modo unanime. Casini, successivamente, si è reso conto dell’accaduto, e ha chiesto a Gravina di rivotare. Lotito ha chiarito: “È stato solo un malinteso”. Gravina ha invece ribadito: “C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti”. Ebbene, dopo qualche piccola incertezza, la decisione è finalmente arrivata: il calcio femminile entra nel professionismo, nonostante non tutti siano d’accordo.